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Il restauro del film “La porta del cielo” (1944) di Vittorio De Sica

Il progetto, iniziato nel 2021, ha promosso il restauro del film La porta del cielo (1944) di Vittorio De Sica. L’idea del progetto è nata quale sviluppo del digital talk organizzato dal Cast nel marzo 2021 “La porta del cielo” di Vittorio De Sica: Roma occupata, il neorealismo, uomini e film da salvare.

Con questo progetto si restituisce alla cultura italiana e globale un’opera di assoluto valore che è senza dubbio oggi tra le meno conosciute del duo De Sica-Zavattini, formidabile binomio del neorealismo italiano. Prodotto dalla Orbis Film, casa di produzione sorta in seno al Centro Cattolico Cinematografico dell’Azione cattolica italiana, La porta del cielo è stata ammantata col tempo da un’aura di leggenda a causa della sua sostanziale invisibilità dopo l’uscita sugli schermi nell’immediato dopoguerra ma anche per due fattori che la rendono un’opera unica nel suo genere: la diretta partecipazione della Santa Sede alla produzione (con in prima linea il futuro pontefice Giovanni Battista Montini che concesse la basilica di San Paolo fuori le Mura come set d’eccezione) e le condizioni estreme in cui il film fu girato durante l’occupazione di Roma tra bombardamenti e rastrellamenti degli emissari nazisti.

Il Cast, attraverso l’impegno personale del presidente Dario Edoardo Viganò e del direttore Gianluca della Maggiore, ha organizzato attorno al film un’operazione di ampio respiro scientifico, tecnico e culturale che ha promosso oltre al restauro, anche la realizzazione di un documentario. Il progetto è stato reso possibile grazie, in primo luogo, alla collaborazione di Associazione Officina Cultura e Territorio e della società di produzione Officina della Comunicazione, primi partner per lo sviluppo del progetto. Il Cast ha dunque svolto un’azione di promozione e coordinamento operativo riunendo intorno a un tavolo i soggetti interessati: la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, in possesso dei materiali filmici, la Presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana, detentrice dei diritti di sfruttamento del film, l’Isacem (Istituto per la Storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI), per il supporto scientifico. Si è svolta dunque un’azione di fundraising che ha coinvolto nel progetto gli sponsor AVL, AVL Cultural Foundation, Fabio Varlese e Paolo Golini. Nell’aprile 2022 è stato infine sottoscritto un accordo per il restauro tra la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica italiana e Associazione Officina Cultura e Territorio.

Nell’agosto 2022 il presidente del Cast Viganò ha proposto l’inserimento del film e del documentario per il programma della Festa del Cinema di Roma 2022, trovando l’entusiastica accoglienza del presidente Gian Luca Farinelli. Film e documentario, alla presenza di Christian De Sica, sono stati presentati nell’ambito della sezione “Storia del cinema” della Festa del Cinema di Roma, domenica 16 ottobre 2022 alle 18 presso la Casa del Cinema (Sala Cinecittà). Una seconda proiezione si è tenuta lunedì 17 ottobre alle 21.15 presso la Casa del Cinema (Sala Kodak).

Il restauro del film

Perduti da tempo i negativi originali, il film era stato oggetto di un primo intervento analogico di restauro negli anni Novanta lavorando i materiali sopravvissuti che versavano tutti in pessime condizioni. Quella copia, presentata con grandi aspettative al festival di Venezia del 1996, conservava però molti difetti con immagini di scarsa qualità e un sonoro spesso incomprensibile che ne hanno di fatto limitato la diffusione. Il film è stato dunque rilavorato con tecnologia digitale dalla Cineteca Nazionale, presso il laboratorio di Cinecittà, per avvicinarsi il più possibile alla versione originale rendendo più nitide le immagini e comprensibili i dialoghi.

Il testo di presentazione di Alberto Anile, conservatore della Cineteca Nazionale:

Un drappello di malati va in treno a Loreto per chiedere miracoli: c’è il ragazzino con le stampelle accompagnato da un’orfana, l’uomo d’affari invalido scortato da due avidi nipoti, il cieco aiutato dal compagno che ha causato l’incidente, la vecchina che cerca la grazia di un’armonia familiare, il pianista con la mano paralizzata che medita il suicidio… Girato nella Roma del ’44 fra bombardamenti alleati e incursioni fasciste, La porta del cielo di Vittorio De Sica viene in genere considerato un’opera minore. Un (pre)giudizio indotto dalla sua invisibilità: è invece un film degno di quelli che lo precedono e lo seguono nella filmografia desichiana, I bambini ci guardano e Sciuscià, per la maestria con cui si alternano esigenze della committenza (l’Azione Cattolica), l’osservazione minuta tipica di Zavattini, scarti umoristici e affondi nel peggior cinismo, con lo sguardo caldo tipico di De Sica, che lo ha miracolosamente portato a termine in condizioni più che difficili. Il restauro è stata un’impresa non inferiore: perduti da tempo i negativi, il film è stato rilavorato dalla Cineteca Nazionale a partire da materiali infiammabili con immagini lacerate e un sonoro spesso incomprensibile, riportando così alla luce del proiettore un tesoro leggendario ma misconosciuto.

Scheda tecnica

Il restauro di La porta del cielo (Vittorio De Sica, 1944) è stato realizzato nel 2022 da Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Associazione Officina Cultura e Territorio in collaborazione con Azione Cattolica Italiana, con il supporto dell’Isacem – Istituto per la Storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI.
Restauro promosso dal Centro internazionale di Ricerca Cast – Catholicism and Audiovisual Studies di UniNettuno
Con il sostegno di AVL, AVL Cultura Foundation, Fabio Varlese, Paolo Golini
I negativi del film sono perduti. I materiali sopravvissuti, tutti in pessime condizioni erano stati oggetto dell’intervento analogico negli anni Novanta. Per questo restauro si è ricorso a un positivo e a un controtipo sonoro, entrambi d’epoca, e alla colonna restaurata nel 1993, materiali conservati negli archivi della Cineteca Nazionale. Scena e colonna sono state lavorate con tecnologia digitale per avvicinarsi il più possibile alla versione originale rendendo più nitide le immagini e comprensibili i dialoghi (Laboratorio: Cinecittà S.p.a.)

Il documentario

Per aggiungere valore culturale al progetto è stato realizzato il documentario Argento puro, per la regia di Matteo Ceccarelli, una produzione di Officina della Comunicazione attraverso la quale si ripercorre la storia del film e si racconta l’operazione di restauro. Il documentario è uno strumento prezioso per comprendere l’eccezionalità de La porta del cielo nella storia del cinema italiano ma anche nella storia della Chiesa: è arricchito dalla testimonianza dell’attore Christian De Sica e propone interviste ai promotori del restauro, Dario Edoardo Viganò e Gianluca della Maggiore, presidente e direttore del Cast, al presidente nazionale di ACI, Giuseppe Notarstefano, al conservatore della Cineteca Nazionale Alberto Anile e al responsabile dei restauri Sergio Bruno.

Il testo di presentazione del regista Matteo Ceccarelli:

Nel 1944 durante l’occupazione di Roma viene girato il film di Vittorio De Sica La porta del cielo. Da quel momento inizia un viaggio che arriva fino a noi. Un viaggio fatto di difficoltà ma anche di speranza. Un viaggio che dura decine di anni, portandosi dietro ancora oggi tutta la profondità dei personaggi. Il film, o almeno i negativi originali, composti di nitrato d’argento infiammabile, sono scomparsi, poi un positivo d’epoca viene ritrovato e da qui inizia il recupero di questo film con il suo restauro. E questo il meccanismo che ha innescato la volontà di raccontare la storia produttiva del film e il suo restauro che gli dona nuova vita. Il documentario, attraverso un narratore onnisciente seduto su un vecchio cinema di provincia, ci porta tra le vite delle persone che oggi lavorano al restauro del film. Quello che sembra un documento visivo perduto diventa portatore di una memoria universale. Si alternano studiosi di storia del cinema, archivisti, gli stessi restauratori e la testimonianza di Christian De Sica, che racconta cosa si narrava del film in famiglia. Vittorio De Sica e Cesare Zavattini, alle prese con questo film che non volevano fare, ma che aprì le porte ad un altro viaggio fondamentale nella cinematografia italiana e mondiale, quelle del Neorealismo.

Scheda tecnica

Documentario 42’

Produzione Officina della Comunicazione

Regia Matteo Ceccarelli

Intervengono Cristian De Sica, Dario Edoardo Viganò, Alberto Anile, Gianluca della Maggiore, Sergio Bruno, Giuseppe Notarstefano

Partner Cineteca Nazionale, Presidenza di Azione Cattolica italiana/Isacem, Associazione Officina Cultura e Territorio, Vativision

Con il supporto di AVL, AVL Foundation, Fabio Varlese, Paolo Golini

Promosso da Dario Edoardo Viganò e Gianluca della Maggiore

Prodotto da Nicola Salvi e Elisabetta Sola

Narratore Riccardo Leonelli

Scritto da Matteo Ceccarelli e Davide Torriero Pompa

Montaggio Filippo Lupini

Direttore della fotografia Giacomo Coppa

Aiuto Regia Niccolò Monghini

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